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"[...]
Qualcosa balenò nello specchietto di destra e attirò la mia
attenzione. M’era sembrato troppo agile e leggero per essere una moto o
uno scooter. Non poteva essere un pedone, troppo velocemente era
scomparso dallo specchietto. Lo cercai nello specchietto centrale e non
c’era, in quello di sinistra e c’era stato fino a quell’istante perché
lasciò al mio sguardo lo stesso balenio di prima.
Mi sorpassò a destra prima che riuscissi a vederla in uno dei tre
specchi dell’auto. Era una ciclista. Filava sorpassando tutte le auto
che procedevano lente come la mia, sorpassava gli scooter nevrotici che
rimanevano incastrati.
Noi conducenti di auto e scooter eravamo fermi a bordo dei nostri
veicoli condotti dal traffico, lei produceva pedalando il suo
spostamento e decideva se starsene tra le auto o passare per il
parcheggio, se condurre la bici a mano sul marciapiede per sfruttare il
semaforo verde della strada che incrociava la sua direzione. [...]"leggi tutto sul blog di Mario Rossi.